Coro di Bosa – Il canto a tràgiu

Ho ascoltato il Coro di Bosa nella loro specialità, il canto a tràgiu. È stata, dopo tanti anni, la prima esperienza di ascolto dal vivo di questa tradizione vocale sarda. 

Le registrazioni sonore non restituiscono il gioco delle risonanze armoniche che si crea quando le voci si muovono alla ricerca della giusta intonazione di frequenza e timbro. Soltanto l’ascolto dal vivo consente la sua integrale percezione.

Ha detto Luigi Oliva, presentando queste musiche, che sopra le teste dei quattro cantori ruotano costellazioni di suoni.
Infatti, concentrando l’orecchio sulle frequenze acute, si dischiude un caleidoscopio di colori sonori in costante mutazione, che ti sorprende perché non è mai ripetitivo.

È questa l’essenza di una tipologia canto che purtroppo non avevo mai apprezzato pienamente, perché l’avevo sempre ascoltata mediante i supporti registrati. In sostanza è come se mi fosse mancato un pezzo di sonorità, come se avessi per anni osservato la Cappella degli Scrovegni attraverso una feritoia e non a 360 gradi, dal suo interno.

Se si vuol entrare nella giusta dimensione di questa musica, coglierne l’aura ancestrale e mistica, apprezzarla con la giusta disposizione d’animo, afferrarne la Stimmung, lo si può fare soltanto attraverso l’ascolto dal vivo.

L’Amen è fantastico!

“Miserere” – Coro di Bosa, Luigi Oliva – Bosa, 11 ottobre 2025

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