Antichi spettri sonori III

Lo spettro di Johann Sebastian Bach s’aggira nelle opere dei posteri.
Un’eredità spirituale che emana autorevolezza fuori dal tempo.
La musica di Bach «rimane il grembo in cui la musica occidentale risuona. Essa è come la sontuosa e familiare dimora in cui si raccolgono il meglio della sua antica tradizione – il canto cristiano, essenzialmente – e il germe delle future tradizioni.
[…] La maggior parte della musica europea e occidentale, colta o di intrattenimento, continua a cantare e suonare dentro l’universo tonale di cui Bach ha tracciato le coordinate e illustrato le potenzialità. La grammatica generativa dei gesti e dei movimenti, delle forme e dei sentimenti in cui musicalmente abita l’uomo occidentale moderno, quelli della danza e della preghiera, del corale armonioso e del canto d’amore, della festa e del lutto, è scritta qui. Le nostra abitudini musicali, quelle più sofisticate e quelle più spontanee, qui si sono formate e qui riconoscono i loro tratti comuni. […]
“Doveva chiamarsi Oceano, non Bach” ha scritto Beethoven, giocando sul significato letterale del cognome, che in tedesco significa ruscello». [P. Sequeri, Musica e Mistica, Città del Vaticano, 2005]

Una delle forme ectoplasmatiche in cui si materializza lo spirito di Bach è la traduzione in note musicali del suo nome.
VI stazione della Via crucis di Liszt (Sancta Veronica).
Nell’introduzione strumentale, un sommesso lamento, scarno e conciso nella sostanza, il nome B.A.C.H. si manifesta. Un richiamo melodico pochi istanti prima che il coro intoni il corale O Haupt voll Blut und Wunden, nella versione pressoché letterale bachiana.
L’apparizione del Kantor di Lipsia sul percorso della Via crucis di Liszt rapprresenta un punto focale attorno al quale gravitano ardite divaricazioni di linguaggio: dal rifacimento del canto gregoriano, alle zone di disincarnata meditazione atonale.



Liszt, “Sancta Veronica” (Via Crucis)

Informazioni su mauro zuccante

Ha studiato pianoforte con Rinaldo Rossi; composizione e musica corale con Renato Dionisi; musica elettronica con Alvise Vidolin. Ha fondato e diretto il Coro Ars Nova, il PolifonicoMonteforte, la Cantoria Veneta e ha diretto Le Istitutioni Harmoniche di Verona. Come compositore, si è affermato in Concorsi nazionali e internazionali. Suoi lavori sono stati eseguiti da I Virtuosi Italiani, Coro Giovanile Italiano, I Piccoli Musici di Casazza, Coro SAT di Trento, Coenobium Vocale, Coro da camera di Torino, Complesso Vocale di Nuoro, Vocalia Consort di Roma, Coro da camera di Alessandria, Coro La Rupe, Coro CET, Piccolo Coro Artemìa e da altri complessi italiani e stranieri (Festival dei Due Mondi di Spoleto, Auditorium Parco della Musica di Roma, Festival MiTo, Festival Galuppi di Venezia, Basilica di Assisi-RAI, Basilica Patriarcale di Aquileia, Collegio Volta di Pavia, Festival pianistico internazionale di Brescia-Bergamo, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro Regio di Torino, Maggio Musicale di Firenze, Accademia filarmonica di Verona, Auditorium Museo del violino di Cremona, Festival d'Avignon, New Jersey University, Miami University, Southern Theatre Ohio, Radio Budapest, Festival Europa Cantat, Santiago de Compostela). Ha pubblicato in Italia per le Suvini Zerboni, Carrara, Ed. Mus. Europee, Pizzicato, BMM Ed. Mus. e Feniarco. Alcune opere sono pubblicate in Francia (A Choeur Joie) e negli USA (Treble Clef Music Press e The Lorenz Corporation).
È stato chiamato a far parte di giurie in Concorsi corali e di composizione nazionali ed internazionali. È stato docente nei Seminari europei per giovani compositori di Aosta. Ha fatto parte della redazione della Rivista “Choraliter”-Feniarco. È stato consulente artistico di Feniarco e di altre Associazioni corali. Ha fatto parte della commissione artistica del Concorso Nazionale Corale di Vittorio Veneto.
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