I Beatles in sagrestia

Sia ben inteso: non sono un esperto di questo genere di musica, ma vorrei ugualmente lasciare un pensiero sui Beatles.
Non mi appassiona la loro prima maniera (quella in puro stile rock & roll), né mi entusiasmano le sperimentazioni di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Ma trovo straordinaria We Can Work It Out – una canzone del periodo di mezzo (1965): un emblema della loro indole musicale.
Perché?

Di We Can Work It Out mi attrae la sorprendente convergenza di elementi di per sé contrastanti e di natura differente.
Il suono è immediatamente insolito: come l’irrompere di una rock band in sagrestia. È l’effetto di un harmonium mischiato a voci, chitarre, tamburello e batteria. Come uno sciacquone, questo inopinato strumento rovescia antiche ondate sonore in un contesto di musica beat. Ingegnoso!
Nella parte centrale, quindi, c’è un anticonvenzionale scarto ritmico. Un taglio netto ottenuto con un tempo di “valzer tedesco” (questa, a quanto pare, la definizione di George Harrison per le terzine di semiminime). Una figura di contrasto musicale, uno stop al vorticoso ed energico scorrere di crome e semicrome, un riferimento al diverbio di cui si parla nel testo letterario. Nel contempo, l’harmonium non molla: disegna nel basso il tetracordo del modo frigio, mentre la mano destra stacca gli accordi, come l’aria di un valzerino che esce da un organetto di Barberia, o dell’Esercito della Salvezza.

Insomma, il bello dei Beatles è il loro istintivo fiuto per l’originalità nel montaggio delle canzoni, per il buon gusto nelle commistioni.
I Beatles sono riusciti a superare gli standard con “trovate” di qualità, ma senza eccedere nella misura, senza scadere nell’eccentrico gratuito e volgare.

Informazioni su mauro zuccante

Ha studiato pianoforte con Rinaldo Rossi; composizione e musica corale con Renato Dionisi; musica elettronica con Alvise Vidolin. Ha fondato e diretto il Coro Ars Nova, il PolifonicoMonteforte, la Cantoria Veneta e ha diretto Le Istitutioni Harmoniche di Verona. Come compositore, si è affermato in Concorsi nazionali e internazionali. Suoi lavori sono stati eseguiti da I Virtuosi Italiani, Coro Giovanile Italiano, I Piccoli Musici di Casazza, Coro SAT di Trento, Coenobium Vocale, Coro da camera di Torino, Complesso Vocale di Nuoro, Vocalia Consort di Roma, Coro da camera di Alessandria, Coro La Rupe, Coro CET, Piccolo Coro Artemìa e da altri complessi italiani e stranieri (Festival dei Due Mondi di Spoleto, Auditorium Parco della Musica di Roma, Festival MiTo, Festival Galuppi di Venezia, Basilica di Assisi-RAI, Basilica Patriarcale di Aquileia, Collegio Volta di Pavia, Festival pianistico internazionale di Brescia-Bergamo, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro Regio di Torino, Maggio Musicale di Firenze, Accademia filarmonica di Verona, Auditorium Museo del violino di Cremona, Festival d'Avignon, New Jersey University, Miami University, Southern Theatre Ohio, Radio Budapest, Festival Europa Cantat, Santiago de Compostela). Ha pubblicato in Italia per le Suvini Zerboni, Carrara, Ed. Mus. Europee, Pizzicato, BMM Ed. Mus. e Feniarco. Alcune opere sono pubblicate in Francia (A Choeur Joie) e negli USA (Treble Clef Music Press e The Lorenz Corporation).
È stato chiamato a far parte di giurie in Concorsi corali e di composizione nazionali ed internazionali. È stato docente nei Seminari europei per giovani compositori di Aosta. Ha fatto parte della redazione della Rivista “Choraliter”-Feniarco. È stato consulente artistico di Feniarco e di altre Associazioni corali. Ha fatto parte della commissione artistica del Concorso Nazionale Corale di Vittorio Veneto.
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